Sapere ascoltare e dialogare con tutti per il bene della città è necessario e sono certamente disponibile al confronto con chi come me è preoccupato per la oggettiva decadenza e perdita di ruolo di Udine.
L’ opinione pubblica si divide non tra schieramenti politici ma tra quelli che desiderano un cambiamento radicale rispetto agli ultimi dieci anni di gestione Honsell e quelli che propendono per la continuità politica e amministrativa.
Le elezioni le vincerà chi saprà meglio corrispondere alle attese della gente con programmi chiari, idee per ridare slancio e autorevolezza a Udine, energia e dedizione assoluta nei prossimi dieci anni, competenza, conoscenza della città e radicamento sul territorio, raccogliendo un consenso trasversale che va al di là di quello dei partiti.
Nel programma di Prima Udine abbiamo sottolineato i temi della sicurezza, del lavoro e della cura della città come prioritari e sono linee di intervento su cui possiamo trovare condivisione così come su tante altre.
Penso però che il metodo giusto per individuare il candidato in grado di vincere dopo Honsell non sia quello di chiudersi in una stanza e deciderlo a tavolino, magari spartendosi altre cariche in regione o in altri enti, ma ascoltare i cittadini e dialogare con loro.
Ho letto che vi sono già diversi candidati che si propongono in discontinuità assoluta con l’ attuale amministrazione cittadina. La mia proposta è di organizzare le primarie tra tutti questi candidati, me compreso, discutendo in tutti i quartieri della città, ascoltando i cittadini, dialogando con professionisti e operatori economici, con le associazioni e i comitati sul territorio.
Avremo modo di mettere in campo le nostre idee e la nostra energia per il futuro di Udine, impegnandoci non solo per un mandato ma per i prossimi dieci anni e senza contropartite per chi non sarà il candidato prescelto.
Se vogliamo veramente bene alla nostra città dobbiamo pretendere che le decisioni vengano prese a Udine tra gli udinesi, senza interventi dall’ esterno e con candidati realmente ancorati al tessuto cittadino.
Le primarie risponderebbero con chiarezza a questa esigenza e aiuterebbero a riavvicinare la nostra gente, sempre più disillusa e arrabbiata, non alla politica ma alla amministrazione della loro città.
Oggi serve ascoltare e aprirsi con tutti gli udinesi, tornare tra le persone, nelle piazze, nei luoghi di incontro, non chiudersi in un recinto apparentemente rassicurante ma non in grado di allargare i consensi.